La fatturazione elettronica lede i principi del gdpr?

Con la memoria inviata dal Garante della privacy alla commissione Finanze della Camera, organo nel quale sono in corso le audizioni sul prossimo decreto fiscale (DL 124/2019) la fatturazione elettronica viene messa sotto la lente d’ingrandimento.

Archiviazione Sproporzionata

Una delle accuse mosse dal Garante sarebbe la sproporzione “qualitativa” dei dati archiviati, infatti questa archiviazione riguarderebbe, oltre a tutte le fatture emesse e ricevute, anche i dati non fiscalmente rilevanti in esse contenuti, con supposta lesione del principio di proporzionalità posto quale paramentro di riferimento da parte della Corte di Giustizia.

Inoltre, a fronte di una tale mole di dati conservati, le misure di sicurezza da approntare a salvaguardia di questi andrebbero determinate, a detta del Garante, con atto legislativo e non con atti regolamentari, coma ad oggi avviene.

La problematica riguarderebbe inoltre il lungo periodo di conservazione dei dati, determinato dall’art. 14 in 8 anni dall’anno di presentazione della dichiarazione di riferimento o alla conclusione dell’eventuale processo, nonostante ciò sia finalizzato a permettere l’analisi del cd rischio-evasione e all’assolvimento delle funzioni di polizia giudiziaria della GDF.

Una questione nota

Il Garante ricorda inoltre di aver già posto la questione della proporzionalità di tale raccolta con i pareri (datati 18 novembre e 20 dicembre 2018) relativi all’avvio dell’obbligatorietà della fatturazione obbligatoria.

Il Garante sottolinea inoltre come le operazioni dirette all’antievasione non dovrebbero comprendere il campo del file Xml contenente la descrizione dell’operazione oggetto di fattura, il quale potrebbe contenere significativi dettagli relativi alla natura, qualità e quantità dei beni o prestazioni acquistate e di conseguenza comportare rischi anche elevati per gli interessati.

Tale campo mal si presterebbe, peraltro, ad un analisi massiva ed automatizzata, essendo un campo a testo libero che richiede un controllo puntuale e caso per caso.

Il Garante conclude quindi sostenendo l’opportunità di una revisione della necessità di una simile integrale conservazione dei dati di fatturazione per un periodo così ampio e auspicando la sostituzione di questa conservazione con sistemi parimenti efficaci ma che presentino rischi e invasività inferiori rispetto a quanto ad oggi previsto.

 

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