GDPR: un investimento, non solo un costo per le aziende

Nel dibattito sul Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), molti imprenditori e dirigenti aziendali si concentrano sui costi e sulle complessità dell’adeguamento, spesso concludendo che si tratti di un onere finanziario non giustificato. Tuttavia, questa visione rischia di trascurare un importante aspetto: il GDPR non è solo una spesa, ma un investimento che può generare un ritorno significativo. Ma come si può calcolare esattamente il ROI (Return On Investment) derivante dall’adeguamento al GDPR?

Calcolare il ROI del GDPR: un processo in 7 passi

  1. Identificazione delle attività necessarie: la prima fase prevede l’individuazione di tutte le azioni richieste e ritenute necessarie per la conformità al GDPR, come l’aggiornamento del registro dei trattamenti, la formazione del personale, la revisione dei processi di gestione ed eventualmente la nomina di un Data Protection Officer (DPO).
  2. Calcolo dei costi: i costi associati all’adeguamento al GDPR si dividono in diretti (ad esempio consulenza, formazione) e indiretti (perdita di produttività durante l’implementazione delle nuove procedure).
  3. Identificazione dei benefici: tra i vantaggi di adeguarsi al GDPR figurano
    • la riduzione del rischio di sanzioni
    • l’aumento della fiducia da parte di clienti, fornitori e partner
    • il rafforzamento della sicurezza informatica
    • la differenziazione sul mercato
    • il miglioramento dell’efficienza interna.
  4. Quantificazione dei benefici: è essenziale calcolare i benefici in termini monetari, considerando ad esempio l’aumento del tasso di conversione dei clienti o la diminuzione dei costi legati a eventuali violazioni dei dati.
  5. Valutazione dell’aumento di credibilità: un altro aspetto da considerare è l’incremento della credibilità e della reputazione aziendale derivante dall’ottenimento di certificazioni GDPR.
  6. Definizione del periodo di tempo: stabilire un arco temporale (es. semestrale) per il calcolo del ROI consente di monitorare l’efficacia dell’adeguamento nel tempo.
  7. Valutazione periodica: è fondamentale valutare periodicamente il ROI dato dall’adeguamento al GDPR, aggiornandolo in considerazione dei cambiamenti e dei nuovi dati

Esempio pratico

Immaginiamo che un’azienda investa 30.000 euro per conformarsi al GDPR. Questo investimento include diverse azioni, dalla nomina di un DPO alla formazione del personale. Supponiamo che, grazie a queste misure, l’azienda eviti sanzioni (qui l’elenco di alcune delle sanzioni privacy)  e aumenti la fiducia dei clienti, generando un beneficio stimato di 60.000 euro.

Utilizzando la formula del ROI, otteniamo un risultato del 100%. Quindi ad ogni euro investito nel GDPR ha generato un ritorno di due euro, un risultato decisamente positivo.

Adeguarsi al GDPR rappresenta un’opportunità per rafforzare il posizionamento sul mercato, migliorare l’efficienza interna e costruire una relazione di fiducia con i clienti. Calcolare il ROI dell’adeguamento al GDPR consente alle aziende di comprendere e quantificare i benefici di questo investimento, dimostrando che il rispetto della normativa può effettivamente tradursi in un vantaggio competitivo significativo.

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