Dati Personali: la nuova valuta nell’economia digitale

Siamo nell’era della data-driven economy, un’economia digitale basata sui dati personali, oggi considerati tra le risorse più preziose e definiti il “nuovo petrolio”. Queste informazioni, che includono dati come nome, email e preferenze online, sono il motore della monetizzazione dei dati personali e permettono ad aziende ed enti di migliorare i servizi, ottimizzare le campagne pubblicitarie e offrire contenuti in cambio di dati personali. In questo articolo esploriamo come i dati personali stiano diventando una vera forma di pagamento e analizziamo le implicazioni economiche e legali di questo nuovo paradigma

Cosa sono i dati personali?

Secondo il GDPR (General Data Protection Regulation), i dati personali sono

“qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile («interessato»); si considera identificabile la persona fisica che può essere identificata, direttamente o indirettamente, con particolare riferimento a un identificativo come il nome, un numero di identificazione, dati relativi all’ubicazione, un identificativo online o a uno o più elementi caratteristici della sua identità fisica, fisiologica, genetica, psichica, economica, culturale o sociale”

Rappresentano un diritto umano fondamentale, ma la loro protezione non è assoluta e deve essere bilanciata con altri interessi, come la libertà d’impresa. Da un lato, è importante garantire il diritto alla protezione dei dati; dall’altro, regolare la libertà economica delle imprese.

I dati personali, quindi, hanno un duplice valore:

  1. Diritto fondamentale per il consumatore.
  2. Risorsa economica per le aziende

In base alla loro natura, i dati personali si possono suddividere in quattro categorie principali:

  • Dati identificativi: includono informazioni come nome, indirizzo, data di nascita e numero di telefono, utilizzati per identificare una persona in modo univoco.
  • Dati particolari (o dati sensibili): comprendono informazioni particolarmente riservate, come origine etnica o razziale, opinioni politiche o religiose e stato di salute. La loro raccolta è soggetta a restrizioni più severe per proteggere la privacy degli individui.
  • Dati finanziari: relativi a informazioni economiche come reddito, conti bancari e transazioni finanziarie.
  • Dati di localizzazione: riguardano la tracciabilità della posizione geografica tramite dispositivi GPS o altre tecnologie di localizzazione.

Pagamento con i dati: un nuovo modello economico

Con l’introduzione della Direttiva (UE) 2019/770, gli utenti possono pagare con i propri dati personali anziché con denaro per accedere a contenuti o servizi digitali. Questa direttiva, recepita in Italia nel Codice del Consumo (d.lgs. 206/2005), consente agli utenti di “scambiare” i propri dati personali per ottenere servizi gratuiti, come social network, piattaforme di streaming o app.

Modelli di business basati sui dati personali

I dati personali sono al centro di diversi modelli di business innovativi. Ecco i due principali:

  1. Modello Freemium (Zero-Price): questo modello si applica a servizi digitali ai quali l’utente accede gratuitamente dal punto di vista monetario, offrendo in cambio i propri dati personali. Tali dati vengono raccolti, elaborati, aggregati, profilati e valorizzati tramite algoritmi avanzati, permettendo alle aziende di generare valore economico. Le informazioni così ottenute possono essere monetizzate e scambiate sui mercati digitali, creando nuove opportunità di business. Affinché queste attività siano lecite, devono rispettare tutti requisiti del GDPR.
  2. Personal Data Economy: questo modello si basa sulla possibilità di accedere a servizi digitali online tramite la sottoscrizione di abbonamenti, in cui i dati personali fungono da alternativa al pagamento in denaro. Questo approccio consente l’accesso a una vasta gamma di prodotti e servizi anche a coloro che appartengono a fasce di popolazione che preferiscono non investire risorse monetarie per tali servizi.

La monetizzazione dei dati e i big data

I big data sono aggregati di dati che, analizzati insieme, forniscono preziose informazioni sui comportamenti dei consumatori. Questi dati permettono alle aziende di:

  1. Ottimizzare le campagne pubblicitarie
  2. Analizzare comportamenti, preferenze e tendenze di mercato per personalizzare l’esperienza dell’utente
  3. Migliorare la propria strategia di marketing

La monetizzazione dei dati può avvenire tramite la vendita di dati grezzi o l’offerta di servizi basati su informazioni analizzate. Le aziende sfruttano i big data per prendere decisioni strategiche, migliorando la loro competitività sul mercato.

Cookie, profilazione e monetizzazione dei dati

Con l’aumento dell’utilizzo di cookie e tecniche di profilazione, spesso ci troviamo a dover scegliere tra accettare cookie di profilazione o sottoscrivere un abbonamento per accedere ai contenuti di un sito web. I cookie  tracciano i nostri comportamenti online e permettono alle aziende di profilare gli utenti per offrire contenuti e pubblicità personalizzate.
Esistono due strategie principali per monetizzare i cookie:

  1. Cookie Paywall (cookie-or-pay): gli utenti possono accedere ai contenuti solo se accettano i cookie o pagano una somma di denaro. Questa pratica è sempre più utilizzata dagli editori per monetizzare i loro contenuti senza richiedere abbonamenti diretti.
  2. Cookie Wall: alcuni siti web obbligano gli utenti ad accettare i cookie per accedere ai contenuti completi. Tuttavia, il Garante per la Protezione dei dati personali ha messo in discussione la conformità di questa pratica al GDPR, poiché potrebbe non essere sempre giusta o proporzionata.

L’importanza dei diritti degli interessati

L’utente, in quanto interessato, dispone di vari diritti: diritto di accesso, rettifica, cancellazione, limitazione, portabilità dei dati, opposizione e recesso, tutti finalizzati alla tutela della privacy.

Per proteggere gli utenti dai rischi connessi al trattamento dei dati personali, il GDPR stabilisce i principi di privacy by design e privacy by default:

  • Privacy by Design: la protezione dei dati deve essere integrata fin dall’inizio nella progettazione dei sistemi e dei processi aziendali, garantendo che la privacy sia parte del ciclo di vita di ogni processo.
  • Privacy by Default: i sistemi devono adottare, come impostazione predefinita, le opzioni più protettive per la privacy degli utenti, assicurando che vengano raccolti e trattati solo i dati strettamente necessari.

Le aziende che violano il GDPR rischiano sanzioni significative: fino a 20 milioni di euro o il 4% del fatturato annuo globale in caso di violazioni gravi.

Il futuro dei dati personali come valuta

In un futuro non troppo lontano, l’uso dei dati personali come valuta sarà sempre più comune, ridefinendo il modo in cui interagiamo con i servizi digitali. Le aziende sono tenute ad adottare strategie trasparenti e rispettose della privacy per tutelare i consumatori, mantenere la loro fiducia ed evitare pesanti sanzioni. Le leggi europee continueranno ad evolversi per far sì che l’equilibrio tra innovazione e tutela della privacy sia sempre rispettato. La sfida futura sarà trovare un equilibrio tra l’uso innovativo dei dati e la tutela dei diritti degli utenti.

 

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