Antonello Soro, in veste di Garante per la Protezione dei Dati Personali ha voluto intervenire in merito alla questione che in questi giorni di emergenza si sta ponendo, il tracciamento degli individui come forma di contrasto all’espandersi dell’epidemia di COVID-19.
Non è vero che la privacy è il lusso che non possiamo permetterci in questo tempo difficile, perché essa consente tutto ciò che è ragionevole, opportuno e consigliabile fare per sconfiggere il coronavirus. La chiave è nella proporzionalità, lungimiranza e ragionevolezza dell’intervento. Oltre che nella sua temporaneità
L’impatto dell’epidemia sulla riservatezza dei nostri dati personali
Le limitazioni che la nostra riservatezza ha subito sono evidenti, siamo infatti costretti a dare spiegazioni sui nostri spostamenti alle forze dell’ordine che le richiedano, utilizziamo strumenti elettronici che ci riprendono per lavorare o anche per parlare con amici e parenti o per fare lezione.
In questi giorni si parla di una ulteriore limitazione, cioè l’utilizzo dei sistemi di geolocalizzazione dei nostri smartphone per tracciare gli spostamenti di un ognuno di noi e consentire il contenimento dell’epidemia potendo conoscere con ragionevole certezza le persone che sono venute a contatto con una persona rivelatasi contagiata.
La finalità ci è chiara e apparirà alla maggior parte di noi irrilevante a fronte del periodo che stiamo vivendo, e a ragione, purché la riduzione del nostro diritto alla riservatezza sia limitato qualitativamente e temporalmente a quanto ragionevole.
Quello che si rivela davvero difficile è determinare cosa voglia dire ragionevole limitazione, dovendo questa essere contenuta a quanto realmente e strettamente necessario al raggiungimento delle finalità in un costante bilanciamento del diritto alla riservatezza e delle esigenze di contrasto al contagio e del diritto alla salute.
Come sempre, il diritto alla riservatezza, eminentemente individuale, deve quindi trovare un bilanciamento con i principi solidaristici e i diritti della collettività, in questo caso il diritto alla salute.
Criteri da utilizzare nell’utilizzo della geolocalizzazione dei contagiati
- Gradualità: secondo il Garante adottare gradualmente le misure di controllo proposte consente di valutare quale sia la misura utile ma meno invasiva.
- Limitazione temporale delle misure: qualora si intenda raccogliere dati riconducibili a soggetti identificati o identificabili sarebbe assolutamente necessario un aggancio normativo ad efficacia temporalmente limitata.
- Analisi preliminare: è importante effettuare una analisi preliminare in merito alla tipologia di informazioni da raccogliere e sulla effettiva necessità che queste siano riconducibili a soggetti determinati.
- Scelta dei parter: sarà inevitabilmente necessario coinvolgere soggetti privati che mettano a disposizione la tecnologia necessaria per la geolocalizzazione e il tracciamento, ma a tal proposito è fondamentale che le aziende individuate garantiscano affidabilità e forniscano garanzie, ed è inoltre opportuno che l’analisi dei dati sia riservata agli enti pubblici.

