Smart Assistant: i consigli del Garante per proteggere la nostra privacy

Il Garante per la Protezione dei dati Personali ha pubblicato una serie di linee guida che intendono aiutare gli utenti a fare un uso consapevole degli smart assistant, dispositivi dotati di intelligenza artificiale in grado di comunicare con noi (Google Home, Alexa, Siri per citare i più famosi)

Gli utilizzi che se ne fanno sono i più disparati, dalla semplice integrazione del dispositivo allo smartphone o alla rete internet, per compiere ricerche mediante comando vocale, fino ad arrivare alla domotica, tramite la quale possiamo controllare tutta la casa semplicemente chiedendo all’assistente di farlo per noi.

Le linee guida del Garante

La grande diffusione di questi dispositivi e la grande quantità di dati che gli stessi possono raccogliere, tanto riguardanti l’utilizzatore quanto riguardanti gli altri soggetti che si trovano nello stesso ambiente, hanno spinto il Garante a pubblicare questa serie di consigli per l’utente.

I dati raccolti da un dispositivo dotato di intelligenza artificiale possono comprendere:

  • scelte, preferenze e abitudini relative a stili di vita, consumi, interessi, ecc.;
  • caratteristiche biometriche, come ad esempio quelle della voce e del volto, se dotati di videocamera;
  • geolocalizzazione (posizione, percorsi abituali o frequenti, domicilio, indirizzo del posto di lavoro, ecc);
  • numero e caratteristiche (età, sesso, ecc.) delle persone che si trovano nell’ambiente in cui operano;
  • stati emotivi.

E’ evidente che si tratta di informazioni che possono essere anche molto delicate ed è pertanto opportuno fare attenzione all’uso che si fa di questi strumenti, a tutela di noi stessi e degli altri.

1. Leggere l’informativa privacy

Che si troverà probabilmente nella confezione del dispositivo o nel sito del produttore, questione fondamentale è cercare di capire:

  • Quali informazioni è in grado di raccogliere il dispositivo
  • Quale utilizzo verrà fatto di queste informazioni
  • L’eventuale trasferimento di dati a soggetti terzi, l’identità di questi e l’uso che ne potrebbero fare.
  • La possibilità che lo staff dell’azienda produttrice ascolti direttamente quanto diciamo all’assistente.
  • Luogo e periodo di conservazione delle informazioni raccolte

2. Evitare di dare troppe informazioni personali allo smart assistant

  • Limitare la consegna di dati personali a quanto strettamente necessario per la fruizione del servizio.
  • Se possibile utilizzare pseudonimi in sede di registrazione, specie se riferiti a minori.
  • Evitare di utilizzare lo smart assistant per informazioni sensibili, come quelle economico finanziarie, cliniche o relative alla salute o alla vita privata.

3. Spegnere o disattivare il dispositivo quando non viene utilizzato.

Un dispositivo inutilizzato ma attivo è in uno stato di “passive listening” e continua a raccogliere informazioni allo scopo di attivarsi tramite la parola chiave che abbiamo impostato.

In tal senso possono risultare utili le seguenti precauzioni:

  • Impostare con cura la parola di attivazione, evitando parole di utilizzo quotidiano che potrebbero involontariamente attivare l’assistente.
  • Tenere presente che in stato di “passive listening” il dispositivo potrebbe registrare quanto diciamo, e se dotato di videocamera, anche vedere.
  • Disattivare se possibile microfono e videocamera quando non necessari

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