Controllo totale della popolazione contro il contagio?

Il Governo Italiano, a fronte dell’emergenza causata dall’espandersi del Coronavirus sta pensando a contromisure tecnologiche, che possano aiutare a controllare la popolazione italiana, Assitel, associazione che riunisce le compagnie di telecomunicazioni italiane, informa:

“In questa emergenza le telecomunicazioni possono aiutare la Protezione Civile, l’Istituto Superiore di Sanità, le Regioni. Siamo in grado di mettere a disposizione informazioni aggregate ricavate dai dati relativi alla mobilità dei clienti, garantendo il rispetto della normativa europea Gdpr”

Ma oltre a questo il Governo sta pensando alla possibilità di adottare il modello Cina e Corea del Sud, Stati nei quali tutte le informazioni sono state messe al servizio del contrasto all’emergenza.

Anche l’amministrazione Trump sta cercando un accordo con le compagnie della Silicon Valley per l’utilizzo dei Big Data per finalità di controllo dell’epidemia.

Massimo Canducci di Gruppo Engineering, sottolinea:

“In Corea del Sud  la questione è stata affrontata in modo molto pragmatico. Le immagini delle telecamere di sicurezza, le transazioni delle carte di credito, i dati di posizionamento rilevati da smartphone e automobili sono stati incrociati ed elaborati. Questo ha consentito di ridurre drasticamente le dimensioni del contagio identificando i cittadini potenzialmente infetti”.

Questo sistema ha consentito alla potenza asiatica di risparmiare il più possibile i tamponi inutili, mirando esclusivamente a verificare i casi di sospetto contagio, il costo evidente di un simile sistema è la pressoché totale eliminazione di qualsiasi diritto alla riservatezza, fatto ancor più sconcertante se si pensa che questo è accaduto in una democrazia avanzata e attenta ai diritti dei propri cittadini.

Nel frattempo in Italia sembra essere alle fasi di collaudo definitivo una app in grado di tracciare qualsiasi spostamento dei soggetti positivi e di avvertire tempestivamente chi è entrato in contatto con loro, limitando così la possibilità che si sviluppino nuovi focolai, garantendo, a detta degli sviluppatori, il totale anonimato.

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali conferma che queste misure, purché limitate nel tempo e circoscritte alle finalità di contenimento e contrasto alla diffusione del virus sono legittime, giustificate dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo.

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